Dai monti al mare, passando per il fiume e il Parco
Viaggiando sola e senza una meta precisa, arrivai al Monastero di Santa Viviana, in passato trasformato da luogo di pace in teatro di cruente battaglie tra pisani e lucchesi. La lotta per l'egemonia durò anni, quei colli videro prima Pisa trionfare, quindi la sua disfatta in favore di Lucca. Oggi il monastero è il Castellaccio e la torre dell'Aquila è la torre "segata". Svolgono lì il loro ruolo di testimoni beffardi di corsi e ricorsi della storia di questi luoghi. Proseguendo incontrai il santuario di Santa Maria in Castello che alto ma senza superbia sovrasta Vecchiano tra orchidee selvatiche, adagiato su uno sperone di roccia. Qui il vento racconta storie di viandanti e di una grotta: la "bua dello Scrocci". Scendendo il pendio, si trova una fessura verticale nella roccia, se ne può percorrere un tratto in piedi, in alto colonie di pipistrelli guardano il mondo a testa in giù. Poi l'altezza si riduce e costringe a proseguire carponi. Da qui che si narra che genti del luogo non abbiano fatto più ritorno.
Costretta a una sosta, mi fermai e insegnai per qualche tempo in una scuola. «Buongiorno ragazzi».
«Buongiorno».
«Chi manca stamani all'appello? Ancora assente
Tabucchi?».
Meglio conosciuto come Antonino della Riesa - levatrice
del paese - e di Adamo, il barista del "grubbe", all'angolo di
Piazza Garibaldi. Come passerà le giornate quel ragazzo costretto a
letto per lungo tempo a causa di un incidente? Antonio, appassionato
di arte e lettura, fa di necessità virtù, legge e si appassiona. La
sua mente e la sua fantasia vagano in luoghi mai visti, che lo
spingeranno a lasciare da giovane la sua Vecchiano per girare
l'Europa. A Parigi scopre per caso, su una bancarella, Pessoa e il
suo Portogallo, di cui si innamora e dove passerà gran parte della
vita. A Vecchiano nasce uno dei più grandi letterati del secolo: lo
distinguono stile e impegno civile; racconta di ieri, come monito
all'oggi e diventa uomo del mondo, amato dal mondo e da tutti coloro
che oggi camminano i suoi luoghi.
Ripartii da qui, andando a tastoni verso il verde, guidata da odor di pineta e rumore di mare. Camminavo veloce, quasi a sfuggire la mia ombra, unica testimone dei miei sbalzi d'umore che la costringevano a correre o rallentare a seconda del mio stato d'animo. Non paura, ma un coraggio curioso anticipava i miei passi. All'imbocco di un viale immerso nel giallo dei girasoli, compresi che il mio altrove era là in fondo. Agile, con l'aria salmastra sul viso, il vento annodava i capelli e scioglieva i pensieri. La calma di quel posto arrivava in fondo all'anima. Scegliere tra terra, acqua, aria e fuoco non fu necessario, una folata di maestrale portò via ricordi pesanti, un fardello accantonato e mai scordato. Ero giunta alla fine del mio breve ma intenso viaggio, per tornare da dove col cuore ero partita, al mare!