Ma se questo è l’inizio di una relazione profonda con la storia dell’arte, la vocazione paesaggistica di Vicchio come fonte di ispirazione per i grandi maestri della pittura toscana, non finisce certo con Giotto. Centotrenta anni dopo, nasce qui anche Guido di Piero, il futuro Beato Angelico. A lui è dedicato il Museo di Arte Sacra e Religiosità Popolare, situato nel centro storico di Vicchio. Il Museo cerca di unire il motivo dell’ispirazione artistica al dato della ricerca antropologica, offrendo così un’immagine della religiosità attraverso il patrimonio di memorie e sentimenti che legano gli oggetti devozionali e le preziose opere d’arte al loro territorio di appartenenza.
Continuando a tessere questo filo che lega i più grandi maestri della storia dell’arte al nostro territorio, tra il 1559 e il 1571, a Vicchio soggiornò spesso anche Benvenuto Cellini. L’acquisto del podere, il suo incontro con la gente e con il paese sono riportati, con il suo inconfondibile stile narrativo, in alcune affascinanti pagine della “Vita”, nelle quali si ritrovano luoghi, nomi e personaggi dell´epoca.
Perché non si perdesse questa lunga storia che vede Vicchio legata a doppio filo con quanto di meglio ha prodotto l’ingegno artistico toscano, il poeta Giosuè Carducci, spesso ospite della famiglia nobile dei Giarrè Billi nella frazione di Pilarciano, fu il presidente del comitato che portò, nel 1901, alla creazione della statua di Giotto, che ancora oggi si può ammirare nella piazza centrale del paese.