Laddove il cielo si incontra con il mare
La chiamavano terra del diavolo perché vi infieriva la malaria. Viareggio era ancora un piccolo borgo di pescatori. Per secoli tentarono di disciplinare la palude che si estendeva alle loro spalle, ma solo nel 1740 l’Ing. Zendrini escogitò la soluzione per la bonifica dell’acquitrino. Con la costruzione delle cataratte a bilico si evitò che le acque salate del mare si mescolassero a quelle dolci del lago. In pochi anni l’aria si fece più salubre e il borgo cambiò volto. Le cataratte sono ancora lì a ricordo della storia di un popolo tenace, abituato a resistere ai venti contrari.
Nel 1819 M.L. Borbone ordinò la costruzione di una piccola darsena. Quando una barca di Viareggio giungeva nei porti mediterranei, i marinai la riconoscevano a colpo d’occhio. Si diceva che i bastimenti si posassero sul mare leggeri come gabbiani. Nel 1907 il brigantino Nelly giunse sul Tamigi. Gli inglesi, tra i più abili marinai al mondo, decisero di comprarlo. Tennero il Nelly non per navigare, ma chiuso in cantiere per insegnamento.
O Viareggio più bella dell’oriente
Che nell’immacolato celeste delle tue sere
Esali l’acuto profumo dell’oleandro,
In te son nato
In te spero morire
I bagni di Viareggio sorsero ai primi dell’800, quando le teorie mediche misero in luce gli effetti terapeutici dell’aria salmastra e delle bagnature. Le prime attrezzature furono rudimentali capanne di falasco, sostituite poi da palafitte di legno disposte a ferro di cavallo che si protendevano nel mare. Furono costruite dai calafati e maestri d’ascia che con il loro talento davano vita ai famosi velieri viareggini. I motivi ornamentali ricordavano le forme e gli stilemi architettonici delle civiltà orientali, visitate dai marinai durante i loro viaggi. In breve la città cambiò volto, e quanto realizzato all’insegna della precarietà e dell’effimero lasciò il posto a stazioni balneari moderne e alle magiche strutture che testimoniano il gusto della sua popolazione sospeso tra eclettismo, Liberty, Déco e fantasia.
Luogo di inesauribile ispirazione per il genio artistico di Puccini, che qui ha composto la maggior parte delle sue opere, il Lago di Massaciuccoli offre un assaggio della romantica vita del Maestro che vi soggiornò in cerca di atmosfere delicate e tramonti lussuriosi. Durante i mesi estivi, sulle note cariche dei profumi d’Oriente che si diffondono dal Gran Teatro, ci si lascia trasportare dalle emozioni che le hanno scaturite, ed è facile capire perché il Maestro, tra tanti luoghi, scelse proprio questo.
Viareggio è nota per la sua spiaggia, per la dolcezza del clima e del paesaggio, ma è conosciuta in tutto il mondo per il suo Carnevale. Assurto a manifestazione di rilievo internazionale, il Carnevale è da più di cento anni spensieratezza e vivacità. Sfilano i carri sul lungomare, giganti di cartapesta e fantasia, e sembrano avvertire chi li guarda dal basso che la vita è così densa e inestricabile di mistero che la più semplice saggezza è dedicarsi alla propria immediata felicità.