Faceva paura solo a guardarlo, corporatura magra, naso aquilino, barba e capelli lunghi neri, era Vitale da Rimochi noto come il Demonio di Rimondeto. Dopo una parentesi romana, al cospetto di Bonifacio VII, l’uomo di cui si diceva un gran male per via della sua cattiveria, tornò nel paese d’origine, Vernio. Qui saputo che il conte Valfredo degli Alberti aveva fatto rapire due giovani in procinto di sposarsi, preso da compassione decise di liberarli. Prima liberò il ragazzo dalla prigione e poi affrontò il conte intimandogli di rilasciare la ragazza. Il racconto a questo punto si fa confuso. Quello che si sa è che le guardie vedendo il conte a cavallo uscire dal castello con una fanciulla aprirono il portone. In realtà era il demonio travestito che con questo espediente riuscì a liberare la ragazza. Il giorno dopo il corpo senza vita del conte fu trovato con indosso i vestiti del demonio. I ragazzi si sposarono poco dopo, mentre, sempre secondo la leggenda, da quel giorno, il fantasma del Conte Valfredo Degli Alberti vaga all’interno delle mura della Rocca di Vernio.
Tra tante leggende anche un po' di storia, come quella che ci ricorda delle gravi carestie che colpirono questo territorio nel 1512 durante l’invasione spagnola. Fu allora che i conti Bardi signori e feudatari della Contea, fecero generosamente distribuire alla popolazione di Vernio polenta dolce fatta in casa insieme ad aringhe e baccalà. Ancora oggi, a distanza di tanti secoli, per ricordare l'evento si fa festa tutto il giorno, e accanto alle prelibatezze culinarie, c’è un calendario ricco di appuntamenti. Oltre ai 9 pentoloni di castagne e alla polenta, vengono distribuite frittelle dolci dalla mattina alla sera. Il tradizionale corteo in costume storico sfila con centinaia di figuranti per le vie del paese sin dal mattino, a cui poi si aggiungono altri gruppi storici provenienti da diverse parti della Toscana.