Una bambina e la scoperta delle forme di Fernando Botero
Sgattaiolando per le vie di Pietrasanta la piccola Giulia si infilò
in un portone aperto lungo un muro rossastro, la mamma la seguiva qualche passo
più indietro. Una volta all’interno Giulia si rese conto di essere finita sotto
le vaste arcate di una chiesa. Fatto qualche passo si trovò di fronte a una
figura che le parve gigantesca.
«E tu, perché sei così cicciona?», chiese la bambina al dipinto.
«Che faccia tosta!», rispose sonoramente l’affresco mentre Giulia
terrorizzata balzava indietro, quando sentì provenire dalla parete alle sue
spalle un fioco incoraggiamento.
«È veramente una grassona!»
A sibilare stavolta era stato, da un altro dipinto, un diavolaccio
nero che brandiva goffamente una spada di fuoco.
«Sarai bello tu!», risponde prontamente Giulia, che poi si sente
sovrastare dalla voce della donna dipinta di fronte.
«Taci
diavolaccio, non hai diritto di parlare in questo luogo e i tuoi sussurri li
schiaccio come questo serpente!»
A quel punto nella chiesa entrò la madre di Giulia, cui la bambina
corse immediatamente incontro «quei quadri parlano mamma, li ho sentiti bisticciare!»
Le particelle di pulviscolo tagliate da un raggio di luce danzavano
placidamente nello spazio tra i due muti dipinti.
«Quanta fantasia… i quadri, che poi sono affreschi, non parlano
Giulia, o almeno non come intendi tu».
«Ma ti dico che parlano, tutti e due! E poi mamma, guarda che
cicci! Hai mai visto una Madonna con tutti quei rotoli?»
«Giulia!», alza la voce la mamma «non si dà della cicciona alla Madonna!». Poi
facendosi più vicino la prese per mano e la portò al centro della navata, di
fronte ai due affreschi, di cui le indicava piccoli dettagli.
«… e poi non sono grassi, guarda bene. È una questione di volume,
tutto è più grande. Guarda il mandolino che suona l’angelo ai piedi della Vergine,
guarda com’è tondo… e guarda quel serpente, guarda com’è gonfio. Oppure di là»,
disse volgendosi verso l’altro dipinto, «guarda gli scheletri! Guarda le ossa come
sono piene!»
«Mamma, ma perché faceva così, non poteva disegnare come tutti gli
altri?»
«Questi affreschi li ha fatti un pittore che si chiama Fernando Botero. È il
suo stile, gli pareva che le forme così fossero più… sensuali».
La bambina si avvicina di nuovo al muro. Indica una figura in una
veste bianca orlata d'azzurro. «Ma quella…»
«Brava, quella è Madre Teresa di Calcutta, lì a sinistra, ti
ricordi che era magrissima? E adesso guarda dall’altra parte, se osservi bene
lì in basso ci dovrebbe essere un’altra faccia conosciuta…»
Giulia si avvicina al dipinto e all’improvviso s’illumina indicando
un faccione coi baffetti: «Adolfino!»
«Adolf Hitler, brava. Vedi da dove esce la sua testa? Da
una tomba ai piedi del Demonio, il male assoluto! Questo dipinto si chiama la Porta dell’Inferno
tesoro, l’altro è la Porta del Paradiso. E dimmi un po’, ti piace fare queste
scoperte?»
«Tantissimo!»
«Allora andiamo, che questa bella cittadina è piena di pitture, sculture e
bellissime cose da vedere!»