Capitolo #1

L'inizio

La presenza documentata di Monterotondo Marittimo, nonostante sembri avere una storia molto più remota, risale solamente al 1128. Pochi anni dopo, nel 1163, Federico Barbarossa, con un atto di concessione, affidò il castello che sorgeva sopra l’abitato agli Alberti di Magona, ma il loro controllo fu presto mandato in rovina dall'assedio dell'esercito Massetano che distrusse gran parte del centro abitato.

Capitolo #2

Le lotte per il possesso

Tuttavia, dalle ceneri della distruzione, l'insediamento rinacque, abbracciando l’antico cassero del castello nel suo nuovo sviluppo urbano. Nonostante il passare degli anni, il destino del Castello continuò a essere tinto da vicende turbolente. Le lotte per il possesso, sia lecite che illecite, segnarono il cammino degli eredi degli Alberti. Fu solo nel 1263 che il castello di Monterotondo passò sotto il dominio del libero comune di Massa Marittima, seguendo poi il suo destino fino al 1335, quando cadde sotto il controllo della Repubblica Senese.

Capitolo #3

Il declino

È in questo periodo che risale l'ultimo sforzo di rafforzamento delle difese, nel 1399, con l'aggiornamento delle fortificazioni, inclusa la Rocca degli Alberti. Tuttavia, nel 1554, durante la guerra contro Siena, le truppe Medicee, alleate con Spagna e Austria, ridussero nuovamente Monterotondo in rovina. Carestie ed epidemie afflissero poi l'abitato, portandolo a un rapido declino demografico, tanto che già nel 1615, la Rocca e le mura erano in rovina, testimoni di un glorioso passato ormai sbiadito.

Capitolo #4

Le tracce del passato

Delle imponenti strutture della Rocca degli Alberti rimangono oggi poche tracce, segni flebili di un passato glorioso. Costruita con maestria utilizzando conci di pietra accuratamente allineati, la Rocca si ergeva maestosa nella parte più alta del colle, comprendendo il Cassero con al suo interno il Palazzo signorile, una torre d'avvistamento, una cisterna per l'acqua e una serie di edifici minori, circondati da un recinto murato che proteggeva gli abitanti. I ruderi, seppur consolidati di recente, si integrano armoniosamente nel paesaggio del parco pubblico, testimoni silenziosi di una storia millenaria.