Bruscello, Bravìo, sventolar di bandiere, rulli di tamburi, canti, cori di armati: qui le tradizioni non sono state inventate per attrarre turisti, anche se poi vengono apposta, anche da lontano, per condividere con gli abitanti di Montepulciano la gioia, vagamente pagana, di certi riti di piazza. Tutto si svolge all’insegna dell’arte, della musica, ma anche del mangiar bene e del vivere secondo ritmi altrove dimenticati. Qui le tradizioni sono semplicemente la quotidianità che ogni generazione affida a quella successiva come il più prezioso dei testimoni.
Naso al cielo, gli occhi accarezzano i profili di pietra dei palazzi. Altri tesori non meno preziosi si nascondono sotto la strada. Sembrano cattedrali con archi, guglie, navate: cantine come monumenti, scrigni della cultura arcaica, patrimonio di una comunità che si raccoglie in onore del vino. Qui la bellezza si presenta anche in modo impalpabile, con i profumi e i sapori del Vino Nobile, con i silenzi ovattati del dormire delle botti, con gesti antichi ripetuti da sempre.
Un palcoscenico enorme, più grande del più grande dei teatri; una platea dal soffitto stellato o illuminato dal sole; le quinte sono architetture rinascimentali... I nostri teatri possono essere anche questo: una piazza sulla vetta del paese, dove l’aria è più leggera e si respira storia a ogni sguardo. Tutti fanno arte, tutti danno vita alla musica più bella, tutti rappresentano in scena la vita. Noi, però, lo facciamo in luoghi dove lo spettatore è circondato da ogni lato dalla bellezza.