La salita della Via Musicalis giunge al belvedere di Castellaccia. Accompagnati dal canto della natura arriviamo alla casa natale di Guido Monaco, l’abate benedettino che diede il nome alle note musicali così come oggi le conosciamo. A ricordarcelo, le formelle in ceramica policroma con l’impronta della “mano armonica” lungo il percorso e una lapide celebrativa murata sulla chiesetta della Castellaccia.
"Le sonorità, allusivamente onoranti Guido Monaco, simboleggiate dalla Gironda, i Flauti, l’Arpa, lo Spartito, il Salterio, le Mani Armoniche sono inverate dalla musica del vento, dal cinguettio mattutino degli uccelli, dall’assordante silenzio dei meriggi assolati, dal sommesso canto delle acque che gorgogliano tra i sassi del torrente in basso"
Nel 1025 Guido insegnava musica e canto, prima nell’Abbazia di Pomposa e poi nell’antica sede della Cattedrale di Arezzo, e osservando la difficoltà che i monaci avevano ad apprendere e ricordare le note dei canti gregoriani adottò un nuovo metodo d'insegnamento. Per aiutare i cantori, Guido propose le sillabe e le note iniziali dei versi dell'inno a San Giovanni Battista:
«Ut queant laxis, Resonare fibris, Mira gestorum, Famuli tuorum, Solve polluti, Labii reatum, Sancte Iohannes»
Guido codificò inoltre il modo di scrivere le note definendo le posizioni di esse sulle righe e negli spazi del rigo musicale. Il rigo usato da Guido aveva quattro righe ed era perciò detto tetragramma: il predecessore del pentagramma.
"Le pietre con la loro vecchiezza e rusticità raccontano, meglio di ogni altra testimonianza, le vicende secolari, i valori popolari, e i connotati sociali di questa cittadina casentinese"
Le pietre configurano l’aspetto caratteristico di Talla: di pietra sono le facciate delle case, il Ponte di Sasso e i ruderi dell’Abbazia di Santa Trinita in Alpe.
Camminare tra i boschi di Talla vuol dire entrare a contatto con la natura che in quest’area mostra il suo lato più selvaggio. Uno degli itinerari da percorrere è sicuramente quello che conduce all’Abbazia. Si può raggiungere dalla località Pantenano seguendo un sentiero sterrato. Nei pressi del torrente Capraia, in mezzo ad una radura che si apre tra gli abeti, si trovano le vestigia dell’antico edificio costruito poco prima dell’anno Mille. L’Abbazia di Santa Trinita in Alpe è stata fondata da due monaci di origine tedesca, gli eremiti Pietro ed Eriprando che scelsero quel luogo per il passaggio di numerosi pellegrini in viaggio verso Roma. Dai ruderi si può vedere una pianta lunga 31,70 m e larga 18,60, una zona riservata ai monaci, una per il popolo e una piccola cripta con colonne e capitelli originali. In mezzo al bosco, le pietre di Talla ci ricordano la storia di un passato glorioso.
Citazioni del testo di Carlo Cresti: Talla, le Pietre Raccontano