Pensate a Montale come a un angolo di Toscana lontano dalle dinamiche delle città turistiche o industriali; la meta perfetta per un soggiorno all’insegna della distensione e della pace. Questo clima rilassato ha ispirato anche diversi artisti. Nella piccola piazza a monte della chiesa di San Martino, ad esempio, c’è una fontana con un tabernacolo ornato da una pittura murale. Opera originale a cui si aggiunge il fatto che a dipingere il tabernacolo sia venuto Ardengo Soffici. Lo scrittore e pittore accettò l’invito dell’allora podestà, siamo nel 1934, e fece qui il suo unico esperimento di pittura murale. Il soggetto del dipinto rappresenta un episodio della vita di San Francesco, raffigurato nell’atto miracoloso di far sgorgare acqua da una roccia. Su una lapide si legge“per solo amore al popolo e all’arte”, frase che l’artista volle far incidere.
"C’era una volta una donnetta, contadina con un po’ di terra e a male brighe ci ricavava il campamento..." comincia così la Prezzemolina, una delle novelle più famose di Gherardo Nerucci. Una storia in cui si mischiano la paura e il lieto fine, una bambina abbandonata, un orco, un principe azzurro e l’amore che finalmente trionfa. Nerucci trascorse qui gli ultimi anni della sua vita nella bella villa di Malcalo. Novelliere, critico, polemista, ricordato in primis per le classiche Sessanta novelle popolari montalesi, risultato di una selezione di testimonianze raccolte “dalla bocca del popolo”, pubblicate nel 1880 dall’editore fiorentino Le Monnier. Quasi cent’anni dopo, Italo Calvino quando si trovò a combinare le famose Fiabe italiane, ebbe tra le ispirazioni di stile e metodo proprio l’intellettuale di Montale
Nel corso del Novecento e del secolo precedente il territorio montalese ha legato le proprie vicende al nome di diversi illustri concittadini. Personalità di assoluto rilievo che non sempre sono state coronate dalla notorietà che avrebbero meritato, ma sempre utili per comprendere il dibattito artistico, storico e letterario degli ultimi duecento anni.
Tra questi, Atto Vannucci: politico, linguista, viaggiatore e acceso attivista dei moti che avrebbero condotto all’unificazione italiana. Nell’abitato di Tobbiana una targa ricorda la sua casa natale. Sempre a Tobbiana ma nel 1781 era nato l’abate Lorenzo Nesi, letterato e pedagogo. E' impossibile non citare Pietro Fanfani (1815-1879), autore del “Vocabolario dell’uso toscano” ancora oggi oggetto di studi per capire l’evoluzione della lingua italiana. Infine, lo scultore Jorio Vivarelli (1922-2008) che ha disseminato il mondo di segnali della propria arte: messaggi di pace trasfigurati nella materia viva del bronzo e del marmo. Le sue opere sono raccolte nella collezione permanente di villa Smilea e nel parco monumentale di Fognano, costruito intorno a una sua grande installazione scultorea all’aperto.