Gavorrano è nota per la sua ricca storia mineraria, che ha segnato l'intero Novecento. Questa prospera attività ha radici profonde e variegate; tuttavia, è fondamentale ricordare la figura di Francesco Alberti, un cittadino di Gavorrano. Nel 1898, assistito da tre compaesani, Alberti seguì le tracce di un affioramento di limonite e inaugurò una galleria nelle vicinanze del paese. Questa scoperta non solo favorì lo sviluppo minerario e industriale della città, ma ebbe anche un impatto significativo sul tessuto sociale della piccola comunità, elevando Gavorrano a punto di riferimento nella storia dell'estrazione mineraria in Toscana.
La miniera di Gavorrano, in pochissimo tempo, si affermò come uno dei centri più rilevanti per l'estrazione della pirite a livello europeo. Questo sviluppo trasformò significativamente il territorio, offrendo numerose opportunità di impiego non solo alla popolazione locale, ma anche a persone da tutta Italia che si riversarono nella zona attratti dalle prospettive di lavoro. Questo flusso di forza lavoro contribuì alla rapida espansione dell'area mineraria, che presto incluse le miniere di Rigoloccio, Ravi e Valmaggiore. Questi siti erano interconnessi attraverso un intricato e efficiente sistema di gallerie, che integrava le varie attività estrattive in un unico complesso industriale altamente produttivo. Grazie a questa rete ben organizzata, Gavorrano si trasformò in un modello di efficienza nel settore minerario, evidenziando come la collaborazione e l'innovazione tecnica possano rivoluzionare un'industria e la vita di una comunità.
L’intero comprensorio minerario creatosi venne, in seguito, rilevato dalla Montecatini, la Società Generale per l’Industria Mineraria e Chimica fino poi al termine delle sue operazioni nel giugno del 1981. La miniera di Gavorrano, inaugurata alla fine del XIX secolo, cessò dopo più di ottant'anni di intensa attività estrattiva. Nonostante la fine della produzione, alcune delle sue strutture sono rimaste sorprendentemente ben conservate. Questo stato di preservazione ha permesso di intraprendere il restauro e la conversione in spazi museali di due aree di particolare importanza archeomineraria. Attualmente, i pozzi di estrazione e gli impianti per il trattamento dei minerali sono perfettamente conservati e visitabili. Questi siti ora offrono una finestra unica sulla ricca storia mineraria di Gavorrano, trasformandosi in preziose risorse culturali e educative che celebrano e mantengono viva l'eredità industriale del territorio.