L’immagine forse più emblematica di una frontiera è quella di un ponte. Una struttura che divide e isola. E’ quello che è sempre successo a Fosciandora il piccolo borgo tra i più caratteristici della Garfagnana. Ancora oggi dopo aver costeggiato il fiume Serchio per raggiungere il paese si deve attraversare il Ponte di Ceserana, passato il quale le ripide stradine costellate di terrazzamenti costruiti nei secoli dall’uomo, ci condurranno al borgo. Fosciandora sembra ricordare così il suo essere da sempre terra di confine, tra Garfagnana e Lucchesia, tra i comuni limitrofi di Massa, Lucca e Pisa in Toscana ma anche sul versante emiliano con Ferrara e Modena. Le lunghe contese per il territorio hanno lasciato diverse testimonianze, fortificazioni e avamposti ancora oggi ben visibili.
Solo pietra di fiume, questo vollero i costruttori per la Rocca di Ceserana. E le pietre arrivarono dal vicino fiume Serchio per costruire questa fortezza a strapiombo. Edificata nel medioevo nel XIII e XIV secolo fu un importante rifugio durante le guerre. Le mura quasi verticali, il camminamento per la ronda, i due torrioni testimoniano chiaramente la vocazione di difesa della struttura. Fino alla metà del 1400 svolse egregiamente il suo compito tanto che gli Estensi la fecero ristrutturare per far fronte all’introduzione delle armi da fuoco che avevamo cambiato il modo di combattere. Nel corso del 1500 fu abbandonata e finì in mano a una banda di briganti che la usarono come base per le loro scorrerie al di là del confine.
Nel borgo che nei secoli fu frontiera e confine scelse di vivere un artista scozzese. Sir John Bellany scelse come dimora una delle frazioni di Fosciandora sviluppando un forte legame con la comunità locale. Il comune gli ha conferito nel 2002 la cittadinanza onoraria e la sala consiliare del comune ospita due quadri di quello che è considerato il più importante pittore scozzese contemporaneo. Se in gioventù era stato attratto dai paesaggi e dai colori delle Highlands scozzesi, in età matura sono state le atmosfere collinari della Valle del Serchio ad ispirarlo. Scomparso nel 2013 anche durante le esequie, che si tennero nella Cattedrale di St. Giles a Edimburgo, fu ricordato con parole commoventi il suo soggiorno garfagnino.