Capitolo #1

Opere d’arte ovunque

Una città museo che alle origini etrusche somma la fortuna di essere stata patria e asilo di grandi personalità della pittura e della scultura. I segni sono visibili ovunque: nelle piccole e quasi dimesse chiese, sulle porte delle case, nei vicoli e nelle mura castellane. Un piccolo gioiello con arte sopraffina celebrato anche da Giorgio Vasari che, a Foiano della Chiana e in particolare alla battaglia di Scannagallo, dedicò un celebre affresco visibile nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. Se la scultura ha lasciato qui i segni più importanti con la scuola dei della Robbia, anche la pittura ci regala opere preziose. Basterebbe da sola la Collegiata di San Martino, dove si può ammirare la grande tavola dipinta dell’Incoronazione della Vergine di Luca Signorelli. Qui, esiste ancora l’Archivio della Collegiata dove è conservata, nel registro delle entrate e delle uscite, la commissione del 24 marzo 1552 per l’acquisto del dipinto sottoscritta dall'autore Luca Signorelli.

Capitolo #2

Un piccolo museo robbiano

Se la Toscana è disseminata di capolavori della scuola dei Della Robbia, Foiano ha rappresentato anche per gli studiosi una scoperta. I Della Robbia sono stati una delle famiglie più importanti tra il Quattrocento e il Cinquecento. Pittori e scultori famosi per la particolare tecnica di lavorazione della terracotta, l'invetriatura, che permetteva l’esposizione delle opere all’aperto senza che queste si deteriorassero. Un segreto nato nella bottega fiorentina di Via Guelfa e custodito gelosamente dalla famiglia. Acqua, ossido di stagno, selce pura sono alla base della materia, per i colori si usava ancora ossido si stagno per il bianco, il cobalto per l’azzurro e il rame per il verde. Questi erano in effetti gli unici colori che i Della Robbia potevano proporre. Foiano della Chiana, definita anche " un piccolo museo robbiano", vanta molte opere degli artisti, tra queste la "Madonna della Cintola" nella Collegiata di San Martino, la "Madonna con il Bambino" nella Chiesa di S. Eufemia, "l’Ascensione" nella Chiesa di San Domenico, il nucleo detto delle "Pie donne" e il "Cristo contornato da angeli" nella Chiesa di San Francesco.


Capitolo #3

Tre secoli per vedere ricomposta l’opera

C’è voluto un paziente restauro e anche una ricomposizione per poter ammirare la “Vergine dello Spasimo e la crocifissione di Fra Ambrogio della Robbia”. Un' opera che, oltre al valore artistico aveva e ha una grande importanza per le popolazioni locali. Dopo tre secoli, è stato riportato alla luce tutto il gruppo scultoreo di terracotta che rappresenta, la Vergine colta da malore ai piedi della croce e sorretta da tre donne, con le sculture a se stanti di San Francesco, Santa Chiara, San Giovanni e la Maddalena. L’opera è del 1515 ed è attribuita a Francesco Della Robbia uno dei due figli di Andrea. Tra gli aspetti più rilevanti dell’opera, gli studiosi fanno notare che il momento raffigurato è quello immediatamente precedente la morte di Cristo e non, come prassi del tempo, quello della deposizione.


Fotografia di: LigaDue