Capitolo #1

Sono nata in un'isola

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La costa del FerroFotografia di: R.Ridi
Capoliveri fra cielo e mareFotografia di: R.Ridi
Le trasparenze di LaconellaFotografia di: R.Ridi

Sono nata in un’isola, quindi il mare è presente da sempre nella mia memoria, nella mia vita e nel mio sguardo. Mio padre Palmiro era un grande pescatore, aveva intuito. Conosceva il fondo marino che circonda Capoliveri come le sue tasche, ritrovava le tane dei polpi e sapeva quando era il momento per un certo tipo di pesca. Andavo spesso con lui da piccola, abbiamo sempre avuto una barca. Mi ritrovavo, allora, sulla barca spersa a fantasticare. La luce forte, il colore azzurro delle acque fonde e pulite, l’odore del mare, del salmastro, dell’estate mediterranea, inconfondibile, nessun mare è uguale al nostro. Ogni cala è diversa dalle altre, il fondo cambia, addirittura da una parte all’altra dello stesso promontorio, dove si trovano anche le miniere e le cave di ferro, la salinità dell’acqua è differente. A Straccoligno è più fresca e meno salata che tra la spiaggia dell’Innamorata, della Madonna delle Grazie e gli Stecchi. Scopro che ogni roccia, ogni anfratto, ogni luogo della penisola possiede un nome. Nomi che nessuno usa più e che in parte abbiamo dimenticato. Salvo poi reagire inaspettatamente al loro suono quando qualcuno li nomina.

Capitolo #2

Il Monte Calamita il mistero del suo magnetismo

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La costa e Forte Focardo
La magia della miniera del Ginevro

Vivo sulle pendici nord del Monte, vicino a Capo Perla e alla fortezza spagnola di Forte Focardo. Il Calamita ha un ampio campo magnetico, in particolari giorni di scirocco sento quasi un malessere fisico, è il brontolio del campo che mi sollecita il plesso, non sono una visionaria e nemmeno la prima a dirlo. Per Rudolf Steiner, il Calamita, era uno degli ombelichi del mondo. Gli antroposofici si ritiravano spesso sulla cima del monte dove il campo magnetico ha un momento angolare, mentre le linee di flusso del campo si dispiegano lungo le pendici del monte stesso. I piloti che lo sorvolano cercano di passare il più lontano possibile sulla sua verticale per evitarne i fastidiosi effetti sugli strumenti, così come costeggiando via mare la miniera del Ginevro, si possono misurare delle evidenti variazioni. Ma ci sono vene di ferro e magnetite sotterranee che, in particolari luoghi attorno al monte, creano dei punti di alta concentrazione’. Potrei raccontare la storia dell’architetto J. De Reede, ricercatore spirituale. Era proprietario di una piccola penisola che si protende nel mare tra la spiaggia di Ferrato e quella di Malpasso, poco prima di Calanova. L’architetto aveva costruito sulla sua sommità una casina in legno e una baracca. Aveva creato, poco più in là della casina, un grande cerchio fatto di rami di pino. All’interno del cerchio un piccolo albero di leccio, alto forse sessanta centimetri. Johannes diceva che nella pineta era difficile dormire e meditare perché esseri spirituali di natura ‘pesante’ si insinuavano nei suoi pensieri. Unico sollievo era, nelle ore notturne, stare all’interno del cerchio di protezione, aggrappato all’alberino di leccio che fungeva da ancora per la sua psiche.

Fotografia di: R. Ridi