Entrando nella chiesa avevo da subito notato delle tracce sul marmo, come una sagoma umana, di fronte alla mensa eucaristica. Quella persona doveva essere stata molto importante per la storia del complesso di Nicosia, perché i suoi resti mortali fossero stati deposti proprio in quel punto della chiesa. La mia curiosità è stata solo da poco soddisfatta. Ho saputo che davanti alla mensa, prima delle balaustre del presbiterio, sono conservate le spoglie di Ugo da Fagiano, il fondatore del convento di Nicosia. Il personaggio richiedeva una degna sepoltura, proprio perché grazie alla sua volontà e al suo incarico di Vescovo di Nicosia di Cipro si deve la fondazione di questo complesso, forse meno importante dell’omonima città, ma sicuramente ricco di storia, arte e mistero.
Narra la leggenda che poco dopo la morte del fondatore di questi luoghi, un nemico giurato del Vescovo andò nella chiesa di Nicosia per oltraggiare la tomba che pare non si trovasse dove è ora, bensì nel piccolo camposanto dei frati agostiniani. Giunto di notte nel camposanto il tale, di cui non possiamo fare nome, mentre si accingeva a dar fuoco alle spoglie di Ugo da Fagiano, sentì un grande frastuono provenire dalla chiesa. Preoccupato e allarmato lasciò tutti i suoi arnesi e corse a vedere cosa stava succedendo; ma proprio mentre entrava nella navata, vide un uomo chino sulla lastra di marmo antistante alla mensa. Era il fantasma di Ugo da Fagiano che non riusciva a trovare pace, perché la sua tomba era stata profanata. Vedendolo, il nostro uomo indietreggiò colto da un grande spavento, ma appena il morto si accorse di lui, lo raggiunse e gli disse: “Finalmente sei arrivato, ti stavo aspettando. Vedi, ho iniziato io, ma ora sei tu che devi terminare il mio sepolcro. Vieni, non ti preoccupare, avrai tutto il tempo necessario per completarlo”. Detto questo scomparve al di sotto della lastra di marmo e passandovi attraverso lasciò su di essa la sua impronta; proprio dove si trova ora.
Il profanatore di tombe si spaventò così tanto che il suo cuore non resse. Prima però fece in tempo a raccogliere scalpello e martello che il buon Ugo gli aveva lasciato. Doveva completare l’opera che il fondatore aveva iniziato. E così da quel giorno è condannato a scolpire il duro marmo per realizzare il ritratto di Ugo da Fagiano, perché solo quando avrà terminato il sepolcro potrà anch’egli riposare in pace. Peccato però che quello che lui scolpisce la notte, di giorno svanisca come neve al sole! Quindi, se di notte sentite dei rumori nella chiesa di Nicosia, non abbiate paura: è soltanto l’anima di un povero scalpellino condannato a lavorare per il suo nemico per l’eternità. Ancora oggi nella chiesa di Sant'Agostino di Nicosia, di fronte all’altare, sono visibili le tracce sulla lastra di marmo ormai consumata.