Dalla piazzetta si misura la maestosità della Torre Aldobrandesca che spicca a guardia del Castello e del paese. “Siamo arrivati, dice la ragazza, abbiamo percorso poche centinaia di metri attraversando la porta di Castello, del 1100 circa”. Il Maniero desta soggezione, all’esterno, ma l’imponenza della struttura, e il suo ballatoio cinquecentesco invitano a farne la sua conoscenza e a scoprirne i misteri. “Passiamo per le celle carcerarie così si arriva al Museo di “David Lazzaretti”, il Profeta dell’Amiata” e al Museo del Paesaggio Medioevale.
“Ma che sono queste cose nelle teche?” chiede Marco. "Sono testimonianze della Comunità Giurisdavidica, ideata dal Lazzaretti a fine '800 e dai pannelli che lo illustrano si ha un’idea del luogo dove si svolse la vicenda”. Il luogo è il Monte Labbro, cono spoglio, sassoso, che si eleva a oltre 1100 metri di fronte all’Amiata boschiva. Un monte bellissimo e perfetto per quella spiritualità che vi si ritrova naturalmente.
“Ma continuiamo il viaggio, dice
Silvia, salendo al piano nobile si ammira il Museo del Paesaggio Medioevale, qui ci sono i reperti della campagna di scavi fatta a Castel Vaiolo dove sono presenti castagne essiccate da oltre mille
anni!”. I grandi pannelli alle pareti illustrano gli elementi di
questa epoca: gli edifici del potere civile e religioso e le murature del Borgo.
“Non
possiamo andare sulla Torre?”, dice Marco. Così la visita al Castello si
conclude con la salita alla Torre, 28 metri di ascesa ripagati da un panorama
mozzafiato. Guardandolo viene in mente di avventurarsi in una
passeggiata in mezzo alla natura.