Quando
si guida lungo i tornanti che portano da Pontremoli a Zeri ci si imbatte in
alcuni cartelli stradali che alludono in vario modo alle valli di Zeri. Diventa subito chiaro che detto imprecisato numero
di insenature montane è per sua stessa natura misterioso (del resto il cartello
non specifica quante siano queste valli) e non stupisce dunque, una volta giunti
nel suggestivo scenario fatto di minuscoli villaggi e panorami montani, la
notizia della fitta trama di leggende che avvolge i bei paesaggi ai piedi delle
piste di Zum Zeri. Non mi resta dunque che condividere con voi quanto appena
appreso.
In cima al Monte Lama, in un borgo quasi spopolato, si racconta alcuni abitanti compiessero incredibili prodigi. Riuscivano a far volare o sparire le persone, e le trasformavano in animali, anche. C’era allora un emigrato di Zeri in Corsica che provava nostalgia della fidanzata rimasta al paese, costui chiese a un compaesano esperto di magia di farlo trasvolare al borgo. Con una pomata miracolosa, il giovane venne quindi trasformato in gatto, e da gatto entrò nottetempo nella stanza dell’amata. La luce però molestava la vista del gatto, che con una zampata spense il lume. La ragazza, fra le braccia di un altro, si infuriò e tagliò la zampa al gatto con una mannaia. L’indomani la giovane incontrò il fidanzato, era senza una mano.
Nel giorno di San Giovanni di molto tempo fa un’intera famiglia – padre, madre e figlio – anziché andare a messa era intenta a lavorare con dei buoi dalle parti del Lago Peloso. Quando gli fu chiesto perché non andassero in chiesa, risposero di non averne bisogno. Una fitta nebbia avvolse d’improvviso il campo che stavano lavorando, i tre persero l’orientamento e caddero nello specchio d’acqua. Secondo alcuni ancor oggi al centro del lago si vedono gli occhi del bue e il fiocco della culla del bambino. Altri raccontano che un contadino vide i suoi buoi cadere nel lago, dopo che si furono avvicinati troppo per abbeverarsi.
Lungo i tornanti che conducono da Pontremoli a Zeri, un ponte misterioso si innalza su di canale profondo. È il ponte dei rumori, da cui un tempo venne gettato il corpo di un indemoniato che, anche da morto, continuava a contorcersi e gridare. Pare che ogni tanto, di notte, salga dal fondo del canale il rumore di catene che battono contro la roccia.
L’ultima storia vuole che l’ultimo dei Malaspina a occupare l’antico castello, trovò la morte a causa di una fucilata rifilatagli dal padre di una ragazza della famiglia degli Osti, intento a difendere la figlia dalle pretese di Ius Primae Noctis avanzate dal nobile. Il padre aspettò che arrivassero le undici di mattina, ora in cui il signorotto si affacciava a una delle finestre del castello, e lo freddò con un colpo in fronte.