“Adìos Nonino” risuona ancora nel borgo di Massa Sassorosso, antichissima frazione del comune di Villa Colleamandina. Il bandoneon di Astor Piazzolla sembra echeggiare tra i muri in pietra di questo paese arroccato che dette i natali alla nonna del maestro argentino del tango.
Qui, nelle serate estive, quando il borgo ospita rassegne di musica nello spettacolare scenario del paesaggio, c’è sempre qualcuno che suona “Adìos Nonino”, lo struggente brano di addio che Piazzolla scrisse a New York nel 1959 come ultimo dono al padre Vicente, appena scomparso. Il termine “Nonino” è una variazione della parola italiana “nonnino” ed era il soprannome familiare di Vicente. Astor seppe della scomparsa del padre, avvenuta in seguito a un incidente in bicicletta, mentre era in tour in Porto Rico. Tornò subito a New York: si dice che si chiuse in cucina e suonò con il bandoneon una melodia molto struggente. Le radici garfagnanine di Piazzolla sono testimoniate da una piazza, Largo Astor Piazzolla appunto, che rivendica orgogliosamente: “Artista e figlio di questa terra”.
Il borgo di Sassorosso vanta origini pre-romane ed è stato costruito con pietre locali. Si trova a 1089 metri di altezza e si erge sulla vallata. Ripido e tutto scalini, va visitato al tramonto quando i suoi colori si fondono con quelli della collina. La tonalità unica del suo marmo, chiamato Rosso Collemandina ed estratto fino a poco tempo fa, era molto ricercata grazie al suo colore e alla preziosità del disegno. Utilizzato per tarsie marmoree, arredi e dettagli architettonici all’interno di chiese e palazzi nobiliari. Testimone di tutto questo è la vecchia cava ormai in disuso, sulla sommità del cono roccioso che ospita il borgo. Nella roccia tagliata sono ancora ben visibili le mille sfumature del marmo Rosso Collemandina.