Insieme a San Francesco e Brunelleschi alla scoperta del gioiello dei Monti Pisani
Nel 1211, in viaggio da Pescia, arrivato in prossimità del lago di Sesto, San Francesco incontrò il Castello di Vico, un borgo di straordinaria bellezza, chiamato per questo “il gioiello dei Pisani”. Passavano di lì i commerci tra paesi lontani del Mediterraneo e tra le più ricche città dell’Italia. Navigando sulla Serezza, fra le barche lucchesi cariche di merci e di uomini, il Santo potè così scorgere i gruppi dei pellegrini che, dopo essere passati da Lucca per venerare il Volto Santo, scendevano verso Vico nel loro viaggio per Roma o verso Gerusalemme o Santiago. Alle porte di Vico, gli si pararono davanti le grandi abbazie che la circondano: l’Abbazia di Santo Stefano di Cintoia, quella delle monache di Sant’Andrea e di San Jacopo, sono solo alcune delle tante che si trovano, insieme ai numerosi eremi, sul Monte che tutti conoscevano in Europa come “Mons Eremiticus”. Quest'altura fu per Francesco una perfetta immagine di una nuova Tebaide: una grande comunità dello spirito attraversata, sin dai tempi più antichi, dai santi pellegrini che scendevano sulla via dei Longobardi, oggi chiamata proprio col suo stesso nome… Francesca.
Come porta d’ingresso alla Repubblica di Pisa, Vico dovette poi essere ben fortificata, e a farlo ci pensò il genio architettonico del Brunelleschi, fra il 1435 e il 1440. Ancor oggi, passati i borghi, si giunge alle sue porte e, proprio dove arriva la via Francesca, una volta superate le mura, si trova una torre altissima che ha quattro archi alla base. Come la più celebre Torre di Piazza dei Miracoli, anche questa annuncia al viaggiatore che sta entrando nel luogo nel quale, agli occhi dei pisani del medioevo, si incrociavano i quattro assi del mondo.
Vico è ricca di chiese e di torri: la Pieve di Santa Maria e San Giovanni, la principale, ha la facciata rivolta verso Oriente come segno della sua straordinaria importanza - segno condiviso con le chiese di San Frediano in Lucca, di San Frediano e del Santo Sepolcro in Pisa, oltre che con quella dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, ubicata sulla via per Roma. Un privilegio che è anche un simbolo per chi compia il Pellegrinaggio. In Vico le altre chiese sono quella dei SS. Giuda e Simone, quella di Santo Stefano detta la Pieve vecchia, San Leonardo alla Porta all’Arno, e San Bartolomeo, con l'annesso Ospedale della Misericordia, in cui San Francesco soggiornò varie notti per predicare. Il Castello dell’Arcivescovo di Pisa, collegato alla chiesa di San Michele Arcangelo, con la sua alta e possente Torre di Santa Maria, allora residenza dell’Arcivescovo, domina infine la grande selva di torri e casetorri della città, che sembrano innalzarsi con la pretesa di raggiungere la vetta della più alta, pur fermandosi tutte rispettosamente qualche spanna più in basso.