Ogni mercoledì vado a pranzo da mio nonno, a Sesto Fiorentino. Prendo un’ora di permesso a lavoro e parto. Quando rientro in ufficio i colleghi mi chiedono: «Che ti ha preparato di buono il nonno?» Mi prendono in giro? Non so e neanche mi interessa. Allora dico ai colleghi cosa prevedeva il menù, anche se in verità è mio padre che cucina e non mio nonno, che ha novantatré anni. Ultimamente mio padre si è fissato di essere un grande chef. Non che guardi i programmi di cucina alla tv, ma è come se si fosse convinto di avere un talento. Ci prepara questi piatti in tutto e per tutto normali e poi ci chiede con un sorrisetto: Insomma, com’era? Io e mio nonno lo incoraggiamo sempre, poi però quando si gira di spalle ci guardiamo: «E che gli vuoi dire?». Perché siamo fatti così, noi Sestesi.