Fra il X e il XII secolo l'area dell'odierna Santa Croce era parte dei domini della potente famiglia feudale dei Cadolingi, signori di Pistoia e Fucecchio. Lucca che dominava queste terre “fin dal Mille”, per difendersi dall’egemonia fiorentina e pisana decise di costruire due terre nuove: Castelfranco di Sotto e Santa Croce sull’Arno. La città di Lucca, come simbolo della sua dominanza religiosa e culturale, fece pervenire una copia del “Volto Santo”, un’immagine lignea di Gesù crocifisso, e la pose nell’allora oratorio di Santa Croce, negli anni della costruzione del Castello.
Alla metà del Settecento, Santa Croce è un paese assai povero: la gente vive di una magra agricoltura e il terreno è poco fertile. Hanno invece una notevole consistenza gli addetti al servizio dei trasporti. Cosa trasportavano? Di tutto, si dice. E se avessero trasportato pelli? La concia era assai diffusa in Toscana all’inizio dell’Ottocento. E a Santa Croce comincia ad affermarsi e a espandersi intorno agli anni Trenta di quel secolo, stando alle lagnanze che si levavano sulle cattive esalazione emanate dalle pelli non conciate e lavorate. Si passò così dal trasporto alla produzione, e l’industria della concia, da allora, crebbe in modo esponenziale fino ai nostri giorni. Oggi Santa Croce è all’avanguardia nel mondo per la concia al naturale.
Ma se sai conciare le pelli, se sai tagliarle, allora vuol dire che sai usare le mani, e il discrimine fra artigianato e arte, come si sa, è spesso labile. Così nel 1928, alcuni paesani decisero di mascherarsi per ravvivare le grigie giornate invernali, e una decina di amici fecero scendere in piazza carri allegorici trainati da coppie di buoi e un migliaio di maschere: era nato il Carnevale di Santa Croce. A metà degli anni Trenta nacquero i primi gruppi carnevaleschi collegati ai vari Bar del centro storico. Dal 1939 ci fu la tragica interruzione dovuta al secondo conflitto mondiale. Dopo la fine della guerra i carri e le maschere riportarono l’allegria e la voglia di divertirsi nelle vie della nostra piccola città. Nel 1953, a seguito degli scioperi e degli incidenti che si verificarono, il carnevale perse nuovamente il proprio smalto fino quasi a scomparire. Ma nel 1976 i gruppi carnevaleschi ripresero vigore. Da quel momento in poi, le iniziative si sono moltiplicate, la fama delle nostre sfilate si è affermata velocemente in tutta Italia e il carnevale santacrocese, per la bellezza e la cura dei minimi particolari dei suoi costumi, si è conquistato l’appellativo di carnevale d’autore.