Crocevia di genti, armi e tradizioni
La storia della nostra Fortezza inizia circa mille anni fa. La vollero i Gherardinghi, feudatari locali che costruirono una rocca e il palazzo pubblico con cui controllare il territorio. Si pensa che allora il forte fosse articolato in due vette distinte: la rocca vera e propria, per le funzioni militari e una domus communis, per quelle amministrative. A più di 200 anni dalla fondazione la Fortezza passò al Comune di Lucca, che nel 1296 ne affidò la gestione alla famiglia dei Guidiccioni. Tra il 1328 e il 1345 il condottiero ghibellino Spinetta Malaspina ne divenne proprietario. Del periodo compreso tra la seconda metà del XIV secolo e la prima metà del Cinquecento, rimangono scarse informazioni. Probabilmente la Fortezza restò abbandonata fino all’arrivo degli estensi.
In seguito ai recenti restauri la Fortezza diviene il cuore di una nuova modalità di fruizione grazie al progetto Fortezza delle Verrucole - Archeopark, grazie al quale i visitatori vengono accolti da castellani in
abiti storici, che li accompagnano a scoprire i segreti del luogo coinvolgendoli in una serie di antiche attività...
L’evoluzione dell’arte militare nel corso dei secoli ha influito sulle strutture dei presidi militari e sulla formazione degli uomini dediti alle loro difese: così è stato anche per Verrucole e le sue mura ne sono testimoni. Ben diverse erano le condizioni della milizia su base volontaria di età comunale, rispetto a quella di professione tipica del Rinascimento. Comune a tutti i secoli è la necessità di un addestramento specifico, che comprendeva anche giochi marziali, tra cui gli scacchi.
Come in tutte le residenze, anche nella Fortezza era presente una cucina fornita di un camino, un lavabo e una cisterna per l’approvvigionamento dell’acqua. Gli alimenti che venivano consumati più di frequente erano farro, castagne e segale. I reperti archeologici offrono un quadro piuttosto variegato delle tipologie di ceramica qui un tempo utilizzate.
Le nebbie che ammantano la
Fortezza evocano le immancabili leggende che si intrecciano alla storia reale.
Curioso come l’araldica della famiglia Gherardini rappresenti una viverna
(un'antica immagine del drago), e proprio di draghi parli la tradizione
orale, che vuole la zona di Sillicagnana minacciata da questi “serpenti alati”.
Non mancano storie di fantasmi,
originate dal periodo meno felice della Fortezza, ovvero quando,
raggiunta una pacificazione del territorio stabile, nel XVII secolo venne
usata come carcere. Tuttora, a livello
folcloristico si tramanda la credenza che dalla Fortezza parta una
galleria sotterranea in fondo alla quale si sarebbe potuto trovare un vitello
d’oro...