Letteratura, natura e ozio a spasso con Machiavelli
Qui, a Sant’Andrea in Percussina, io, Niccolo’ Machiavelli, ho trovato rifugio dagli eventi fiorentini, per me fatali. Accanto v'è l'Hosteria, fonte per me di continuo ristoro, per le fatiche sopportate nel mio lungo ufficio, gustando ciò che di questa terra è meraviglioso frutto. Qui a Sant'Andrea trascorro i mesi, aspettando le stagioni, e vedo mutar la pelle di questi colli, quando l'Autunno giunge e tutto spegne e «le celle di vino di contro all'albergaccio» si empiono di sapori e di odori, e di linfa nuova.
Il tempo del negozio è finito e sento che è cominciato per me il tempo dell'ozio felice. Al mattino mi levo con il sole, e me ne vò in un mio bosco a passeggiare, prestando orecchio ai suoni della natura, che si scontrano nei miei ricordi con le voci e le urla dei mercati di città. Porto con me qualche vecchio classico, che mi accompagna durante le mie silenziose camminate, fino a quando non trovo qualche “tagliatore”, che ha sempre qualche sciagura alle mani o fra loro o co' vicini. È genuino il popolo di San Casciano, che solo io turbo quando le mie grida giungono fino in borgo mentre gioco a cricca, a trich-trach. Il tempo che qui non manca mi aiuta a concentrarmi, a riflettere e a trovare ispirazione per opera d'ingegno e di passione che possa guidar rettamente chi dopo di noi reggerà le umane sorti. A proposito di futuro il popolo di San Casciano ha celebrato i 500 anni dalla composizione del mio Principe sul palcoscenico del Teatro Niccolini con un ciclo di Lectiones Magistrales con illustri letterati
Da quassù, dai 34 metri di altezza della vecchia torre dell’acquedotto ora rimessa a nuovo, lo sguardo spazia fino alle vette delle Apuane e dei monti pisani, da Vallombrosa al delicato ricamo dell’appennino pistoiese. E più vicino ecco le colline del Chianti fiorentino e senese punteggiate dagli olivi e dalle viti. Da qui puoi vedere e sentire la storia di questi luoghi: Machiavelli che scrive il suo “Principe” a Sant’Andrea, le mura medievali, le ville e le chiese.
Ville di nobili famiglie, case coloniche dove ancora si respira il profumo del vino e dell’olio, pievi e chiese immerse nella campagna. È così che ho scoperto i tesori nascosti in questo paese delle meraviglie: Villa Mangiacane e Villa Le Corti, il Castello di Bibbione e quello di Gabbiano, Villa Caserotta e Poggio Torselli… è così che ho scorto la piccola Chiesa di Castelbonsi e quella di Vicolabate, la chiesa di San Pancrazio e quella di Campoli, in un intreccio continuo di paesaggi ed opere costruite dall’uomo che armoniosamente si fondono.
Se poggi una mano sulle antiche mura di San Casciano ancora puoi sentire il sudore di coloro che a metà del 1300, su disposizione della Repubblica di Firenze, lavorarono ad innalzarle. Dall’alto della torre del Chianti ancora puoi percepire la forma esagonale delle origini, con il Cassero a fare da ideale prua di questa nave, ad attraversare il cuore della campagna. E puoi immaginarti gli assedi, gli assalti e le distruzioni.