E’ stata una delle donne più potenti e discusse del suo tempo e certamente la figura femminile di maggior rilievo nella storia della Toscana nei secoli centrali del Medioevo. Figlia di Bonifacio di Canossa, marchese di Tuscia, e di Beatrice di Lorena, Matilde nacque tra la seconda metà del 1045 e la prima del 1046. Dove? Pochi quelli che sostengono sia nata a Canossa, più probabilmente a Lucca o nelle immediate vicinanze e siccome sua madre aveva acquisito qualche anno prima un castello a Porcari ecco che l’ipotesi che possa essere nata proprio qui non è del tutto campata in aria.
Una suggestione, suffragata anche dagli storici inglesi Janet Ross e Nelly Erichsen che nel libro “The story of Lucca” accreditano propria questa ipotesi. A noi basta per coltivare l’idea che sia stata proprio questa città a dare i natali a una donna così importante.
Il nome? Diciamolo Porcari fa un pò sorridere. Ci sono tre ipotesi che possono spiegare perché la città si chiama così. La più accreditata dagli storici è che derivi dal latino “porcus”. Un territorio così ricco di boschi sarebbe stato l’ideale per l’allevamento allo stato brado di animali il cui consumo, fin dal tempo dei romani, era molto diffuso soprattutto nella vicina Lucca. La seconda ipotesi è legata al fatto che la città si affacciava una volta su un grande lago (è questo è vero) e che ci fosse un porto intitolato a Carlomagno, che da qui effettivamente passò alla fine del 700. Da Portus Carolis per contrazione saremmo arrivati a Porcari. La terza ipotesi ha sempre a che fare con le invasioni, queste sono del 500 quando qui arrivarono, tra gli altri, insieme ai Sassoni anche i Bulgari. L’imperatore Alboino nella sua discesa era uso premiare i soldati più valorosi regalato loro appezzamenti di terra. I Bulgari così si insediarono e potrebbero aver ispirato il nome alla città.
Si chiamavano Gumberto, Ildiberto e Gumbardo ed erano tre nobili longobardi. Alla fine del 700 facevano parte di quelle truppe che provenienti da nord scorrazzavano di conquista in conquista in Italia. I Longobardi erano scesi in Italia intorno al 570 agli ordini di Alboino e s’impadronirono ben presto delle principali città. Erano giudicati barbari perché non influenzati dalla civiltà romana ma proprio qui, a Porcari, successe qualcosa. In un documento, datato 30 aprile 780, si legge infatti che i tre nobili fondarono l’abbazia di S. Sabino presso Calci e lasciarono alla chiesa i loro possedimenti. Insomma non solo avevano acquisito il modo di vivere delle popolazioni locali ma avevano abbracciato anche la loro religione. Qui si fermò anche l’Arcivescovo di Canterbury, Sigerico, esattamente nel 990. Lo testimonia nel diario del suo viaggio di 1600 km. durato 79 giorni. Porcari costituì la sua XXV tappa di ritorno da Roma; proveniva da Ponte a Cappiano e diretto a Lucca.