Nel 1994 la nazionale di Arrigo Sacchi a Coverciano ebbe una brutta sorpresa
«No no basta ti prego, non mi dire ancora di tuo nonno che lavorava agli stabilimenti aeronautici della Piaggio e—»
«Ma quella dei bombardamenti?»
«Uff…»
«Ma chi te l’ha mai raccontata?»
Filippo la guarda in tralice.
Agata riprende strizzando gli occhi con malizia.
«E invece ti volevo dire di mio zio, che una volta ha battuto l’Italia di calcio».
«Buona questa… e chi è tuo zio? Iniesta… Müller?»
«Fai il simpatico eh, e allora non te lo dico chi era. Ti dico solo che nel 1994 ha battuto la squadra che ha vinto il Mondiale!»
«Guarda che l’Italia ha perso quella finale!»
«La vuoi sentire o no questa storia?»
La verità è che qui a Pontedera non dimenticheremo mai quel giorno in cui la nostra squadra amaranto sconfisse la nazionale di Arrigo Sacchi. Certo, sappiamo bene che per loro era una sgambata, una di quelle partite che fai per provare gli schemi, contro una squadra di C2, figuriamoci… Una squadra di C2 che però quel giorno difendeva meglio di Panucci, Baresi, Costacurta e Maldini. Alfredo Aglietti, l'attaccante, se lo incontri al bar ti dirà sempre che “In matematica invertire l’ordine dei fattori dà lo stesso risultato, ma la matematica non è il calcio e noi col Pontedera non siamo andati al Rose Bowl a giocarci la finale col Brasile”.
Però quel giorno… quel giorno il Pontedera era una squadra corta, organizzata meglio dell’Italia. Sapete che quell’anno gli amaranto furono la squadra che in tutta Italia, in tutti i campionati, riuscì a rimanere più a lungo imbattuta? E infatti fu promossa, e quella volta che incontrò la Nazionale dopo 20 minuti, 21 per la precisione, stava 2-0.
Rossi al 19° e Aglietti al 22°, e poi, nel resto del primo tempo, il Pontedera sabotò ogni tentativo di costruzione bassa della Nazionale, a tratti i dilettanti sembravano gli azzurri. Il pressing dei due attaccanti, Aglietti e Cecchini, mandò fuori giri Albertini, mentre i tagli di Signori e le finte di Baggio venivano vanificate sul nascere.
Nel secondo tempo l’Italia riuscì appena a rientrare in partita, al 60° Massaro la buttò dentro e più tardi, sempre lui, illuse i compagni con un colpo di testa che fece impattare alla palla prima la traversa e poi la riga, dove la sfera fu catturata al volo da Drago. Fosse entrata non ce ne ricorderemmo di quella partita, e invece qualche minuto dopo Sacchi era costretto a chiedere a Collina di allungare il recupero, ché quella sconfitta non sarebbe stata semplice da scordare. E infatti… il giorno dopo la Gazzetta titolava Ai mondiali il Pontedera.
«E noi siamo qui tanto anni dopo a ricordare questa storia, e chissenefrega di chi ha vinto i Mondiali»
«E chi era tuo zio, Aglietti, quello che fatto il gol?»
«Non. Te. Lo. Dico»
«O Drago, il portiere?»
Agata alza il mento e fa un verso sprezzante.
«E daaai! O magari era l’allenatore? E dai, non mi hai detto nemmeno come si chiama l’allenatore…»
Filippo la tampinava mentre Agata se la rideva e continuava a negarsi… ricordate, mai prendere sottogamba una pontederese!