Città del tufo e Piccola Gerusalemme, testimonianze di una grande storia in un luogo fantastico
Petilio e Celiano in fuga da Roma per la corona che avevano
rubato dal tempio di Giove Statur, trovarono rifugio su una imponente rupe
nella valle del Fiora e colpiti dalla bellezza di questo luogo fondarono una
città. Il nome di Pitigliano è legato infatti a loro due. In realtà le origini
del centro abitato risalgono a molto tempo prima. Ma una cosa è certa, la
bellezza del paese che si erge su uno sperone tutt’uno con la roccia è ancora ammaliante come all’epoca.
Il quartiere ebraico è uno dei più antichi della Toscana. Nella seconda metà del XVI secolo Pitigliano fu luogo di rifugio degli ebrei espulsi dallo Stato della Chiesa. La “Piccola Gerusalemme” con il museo della cultura ebraica, la sinagoga, la cantina, il macello kasher, il forno delle azzime, la tintoria ne conserva testimonianza. L’influenza della cultura ebraica si ritrova anche nella cucina pitiglianese: lo sfratto è il tradizionale dolce ebraico a forma di bastone a base di noci e miele e poi c'è il vino kasher, ancora prodotto a Pitigliano secondo l’antica tecnica.
Il piano tufaceo di Pitigliano
è stato sede di un insediamento protostorico e di una città etrusca. Lungo le
pendici rimane traccia delle necropoli, visitabili percorrendo le vie cave,
imponenti sentieri scavati nella roccia, con pareti alte fino a 25 metri. In
epoca cristiana la dimensione e il mistero che avvolgeva quelle spettacolari
gole, crearono il bisogno degli scacciadiavoli, nicchie con immagini sacre che
venivano sistemate lungo il percorso a protezione del viaggiatore.
Qui Bacco si sarebbe trovato a suo agio. Le cantine scavate nel tufo sono una delle maggiori attrazioni, con il cellaro e il bottaio, destinati alla vinificazione ma anche alle feste tra amici, in un ambiente che è ancora straordinariamente a misura d’uomo. Nella prima settimana di settembre, la città sotterranea spalanca le sue porte per il “Settembre di Vino”: tour delle cantine, degustazioni guidate alla scoperta delle Doc del territorio, tanto vino, musica e divertimento fino a tarda notte. Ogni cantina propone un diverso menù e ci mette tanto del suo per rendere speciale questa festa.
Nell'equinozio
di primavera, quando si abbandona l'inverno per entrare nella
stagione mite, a Pitigliano la Torciata di San Giuseppe ripete i suoi riti.
La Torciata ha antiche origini pagane ed è parte dei tradizionali riti del fuoco
diffusi in Maremma e sull'Amiata.
I torciatori di San Giuseppe portano il fuoco in paese
trasportando fasci di canne fiammeggianti. Entrano risalendo la Via Cava del Gradone, attraversano il borgo e raggiungono il comune. Il rito si compie quando i
torciatori, accompagnati in processione dalla statua di San Giuseppe, appiccano
il fuoco liberatorio all'Invernacciuun, enorme
simulacro costruito con le canne. Si levano fiamme alte e scoppiettanti e
la tradizione vuole che le donne raccolgano la brace che si forma e la portino
come segno di buon auspicio nelle case.