Storia e leggenda del Tempio di Minerva Medica, tra poeti romantici e fervori risorgimentali
Il singolare avvenimento della costruzione del Tempio a Minerva Medica che ancor oggi, a quasi duecent’anni dalla sua edificazione, si leva solitario e imponente nell’ombra di un bosco di lecci […], continua a incuriosire e a sollecitare l’immaginazione dei più fantasiosi…
Chi dalla Toscana si aspetta solo filari di cipressi e borghi medievali si stupirà scoprendo il luogo carico di mistero cui ci avviciniamo con queste parole, che ci conducono lungo un sentiero sterrato in cima a un piccolo colle, al cospetto di un tempio neoclassico. Le otto colonne, il frontone triangolare e il vasto semicerchio sul retro ci restituiscono l’immagine di un Pantheon nella foresta. Avvicinandoci scopriamo tra le decorazioni dettagli a dir poco singolari: civette, meduse, rami d’ulivo – tutto allude alla Dea e ogni dubbio svanisce di fronte all’epigrafe. Ma chi ha eretto un Tempio a Minerva Medica all’inizio dell’Ottocento, tra le selve ombrose di Palaia?
Voluto da Andrea Vaccà Berlinghieri in onore del padre Francesco, filosofo e chirurgo giacobino, il tempio è lì dal 1822. Entrambi medici, i due Vaccà innalzarono il prestigio dell’Ateneo pisano gettando le basi della medicina moderna, ma il monumento non era pensato per essere un semplice memoriale… Sembra infatti che questo fosse uno dei primi templi massonici costruiti in Italia, e sin da subito venne frequentato dai poeti romantici (la massoneria arrivava in Toscana proprio dall’Inghilterra), e fitto era il viavai che vedeva incontrarsi all’ombra dei lecci poeti come George Byron, Percey e Mary Shelley – esperti d’esoterismo e tanto amici di Andrea da far pensare (erroneamente) che il più famoso dei romanzi gotici – il mitico Frankenstein – fosse ispirato proprio alla figura del medico pisano. Ma i poeti non furono i soli a darsi appuntamento tra le sale del Tempio, di lì a pochi anni gli stessi ambienti sarebbero diventati uno dei luoghi in cui avrebbe vibrato l’ebbrezza dei moti risorgimentali, e quelle sale avrebbero ospitato i “ribelli” intenti a progettare un’Italia finalmente unita.
E una volta usciti dal Tempio ancor oggi ci si ritrova immersi in un ambiente tutto da esplorare, ed è proprio lungo gli oltre 65 chilometri di percorsi e sentieri naturalistici perfetti da percorrere a piedi e a cavallo che si vede dischiudersi a pieno la bellezza del territorio di Palaia, fatta di antiche pievi, ville rinascimentali, vestigia etrusco-romane, eremi, monasteri, residenze settecentesche, musei dedicati alla vita rurale e suggestivi borghi dove la vita corre scandita da ritmi altrove dimenticati.