Correva l’Anno Domini 754 e un importante guerriero longobardo, dopo una delle innumerevoli scorribande contro i Bizantini, si fermò nei pressi di un’antica villa romana, depose le armi e vi fondò assieme ai figli un monastero, dedicando alla preghiera gli ultimi anni della sua vita. Il suo nome era Wilfrido, noi lo conosciamo come San Walfredo e come uno dei capostipiti della famiglia Della Gherardesca.
L’Abbazia prese il nome di San Pietro in Palazzolo e sorse alle pendici di quello che poi divenne il castello di Monteverdi Marittimo. Il pellegrino che nei secoli a venire si sarebbe trovato a passare da queste parti avrebbe trovato rifugio dai rischi della vicina – e allora malsana – costa della Maremma Toscana, per avventurarsi verso quella che allora era considerata una “terra del Diavolo”, per via delle fumarole che dal terreno facevano sbuffare grandi colonne di vapore (nel Medioevo si era ormai perso il ricordo dell’abilità degli etruschi, che usavano i minerali del territorio per la lavorazione dei gioielli).
Il territorio di Monteverdi Marittimo, a cavallo tra le valli di Cornia e di Cecina, nei secoli è stato un passaggio fondamentale tanto per la transumanza, quanto per commercianti e pellegrini. A guardia di queste valli sorsero così il Castello di Canneto, di cui ancor oggi si possono ammirare la cinta muraria e il sistema di difesa verso la Val di Cecina, nonché il centro del paese, sorto con la sua struttura a ventaglio attorno al monastero benedettino. Dall’abitato si diramarono le “rughe”, piccole strade a raggiera che partono dalla chiesa di S. Andrea, dove sono conservate le reliquie di San Walfredo. Da sempre ci piace pensare ai due borghi principali del nostro comune come a due antichi guardiani, posti a difesa di un territorio che dal mare arriva alle calde terre della valle del Diavolo.
Tra le bellezze del nostro territorio c’è la Foresta di Caselli-Monterufoli, una vasta area protetta ricca di biodiversità. Il bosco è straordinariamente suggestivo, specialmente in Primavera e in Autunno, quando si possono incontrare molte specie animali ammirando la fioritura delle orchidee selvatiche, che punteggiano il verde di macchie variopinte. Se siete da queste parti non perdetevi le Cascate e una visita al laghetto delle “golazze aperte”, da dove si possono ammirare dall’alto gran parte dell’arcipelago Toscano, il Castiglioncello di Bolgheri – culla del Sassicaia – e il borgo col suo lunghissimo viale di cipressi.
L’area è ricca di percorsi e aree in cui sostare, e uno dei modi più adatti per visitarla è sicuramente costituito dalle Mountain Bike. Un percorso “classico”, lungo circa 12 km, va dal centro di Monteverdi Marittimo all’Abbazia di San Pietro in Palazzolo, uno dei monumenti più belli della Val di Cecina. Non dimenticate di passare per il borgo di Canneto, attraversandone le porte vi sembrerà di tornare indietro nel tempo.