Un viaggio nel tempo, un viaggio nell'anima... tra arte, mito e fede
Luogo d'aura aveva letto da qualche parte, ma che significa?, si chiedeva mentre percorreva incuriosita quello strano sviluppo di strade e vicoli ad andatura circolare e saliva, gradino dopo gradino, verso l’alto del paese. Libertà di suono e canto riportava una pietra all’incrocio della gradinata con un vicolo, a segnare la sommità del paese.
Man mano che procedeva si accorse che il passo rallentava, i pensieri vagavano liberi, il tempo diluiva. Arrivata in cima, dove tutto sembrava ricomporsi, sacro e profano, potere politico e religioso, seduta in una panchina davanti al Municipio, tra cielo e terra, in quello spazio senza tempo, le sembrò di sentire l’aura…
Quando i francescani, a metà ‘300 commissionarono agli orafi aretini un reliquiario per la Chiesa di S. Francesco, che celebrasse il cristianesimo attraverso la metafora di Cristo nell’immagine dell’Albero, non immaginavano che questo imponente simbolo religioso terminato dopo oltre un secolo di lavoro, sarebbe divenuto simbolo del paese, luogo d’aura e garante del sogno d’amore per quanti si scambino promesse davanti ai suoi rami risplendenti.
Intorno all’Albero della vita s’intrecciano miti arcaici precristiani ed evidenti contaminazioni culturali, insieme a un ricco corredo simbolico che, nei secoli, ha ispirato storici, mistici, filosofi e artisti. Il tempo e l’uomo ne hanno compromesso l’integrità, resta immutato il fascino insieme alla leggenda degli innamorati, segno essa stessa di quell’idea d’amore che la comunità lucignanese volle tradotta nell’opera.
Io non bramo se non di spegner vita
e chi mi chiama le più volte schivo
giungendo spesso a chi mi torce il grifo.
Il cavaliere Morte al galoppo su un cavallo nero così parla mentre sta per scagliare le sue frecce contro due giovani che conversano amabilmente, alla sua sinistra quattro mendicanti la invocano. Nello straordinario affresco di San Francesco, i protagonisti parlano mentre Cristo, in alto, invita a meditare.
La leggenda di un cavaliere senese in fuga che invocata la Vergine si salva miracolosamente ai piedi di una Querce… una fonte d’acqua galattòfora conosciuta fin dall’antichità per i suoi effetti prodigiosi... misteriose guarigioni e miracoli ascritti all’intervento della Madonna della Querce, narrati in tavolette ex-voto da anonimi pittori dal XVI al XIX secolo, testimoni di una fede senza tempo conservati nello splendido Santuario della Madonna della Querce.
Un anno intero a progettare il carro più bello e finalmente …in questo luogo con leggiadria ed arte/nel giorno odierno... inizio avrà, con canti e furlane / la Gaia Maggiolata, che a Dio piaccia! / Cantori menestrelli e pippolesi, / maggiaioli donzelle e ballerini / con li fioriti carri e strani arnesi / sfilando per le nobili contrade/faranno festa al Forestier venuto...
Eterno omaggio alla Madre Terra nel mese dedicato a Maria, rito propiziatorio per abbondanti raccolti, festa della Primavera, del trionfo della Vita sulla Morte.