Cultura e tradizione tra memoria contadina e industriale
Quando arriverete a Laterina non stupitevi se, entrando dalla piazza principale, sarete scrutati attentamente dagli abitanti del Borgo. Paese medievale, arroccato su di una collina posta al limite della grande piana alluvionale solcata dall'Arno, Laterina ha una popolazione per lo più conservatrice e attaccata alle tradizioni. Centro animato da rievocazioni storiche e artistiche di particolare pregio, contiene edifici storici importanti quali la torre e il palazzo della famiglia Guinigi, la Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano, il cinquecentesco oratorio di San Rocco e La Rocca. Il centro storico accoglie il Teatro comunale, da poco restaurato e riaperto al pubblico sede di spettacoli teatrali. Scendendo dalla collina si possono ammirare altre due importanti chiese dedicate alla Madonna che sono la Chiesa di Santa Maria in Valle e la Chiesa della Madonna della Neve.
Non stupitevi dunque se sarete osservati attentamente e subito argomento di "chiacchericcio" sotto "le logge" mentre mangerete un panino accompagnato da buon vino rosso intenti a discorrere con un 'terinese che vi racconterà dei tempi passati, del grande campo di accoglienza profughi istriani oppure della simpatica rivalità coltivata con Ponticino, la frazione maggiore del comune.
Orbitano intorno al Capoluogo la "vivacissima" Casanuova, Vitereta con la sua graziosa Chiesa e Latereto ex sede della storica Fornace di laterizi. Inoltre, passata la meravigliosa villa di Monsoglio, si raggiunge lo storico borgo della Penna situato a strapiombo sulla diga omonima.
Fino al 1960 i centri di Laterina e Ponticino erano separati dal fiume Arno e avevano come unico mezzo di collegamento la barca di "Lillino". Dal 1960 i due centri sono collegati dal ponte Catolfi, un ponte in calcestruzzo armato di 64 metri.
Ponticino "nasce" con la costruzione della stazione ferroviaria a fine ottocento ed è attraversato oltre che dalla ferrovia Firenze-Roma, dalla strada regionale, che per tutti i ponticinesi è semplicemente "La Nazionale".
Il piccolo ponte romanico sul torrente Ganascione dal quale prende il nome e Impiano, piccolo borgo posto lungo l'antico raccordo romano che collegava la cassia vetus con quella nuova, sono il suo legame con il passato.
Ponticino era in gran parte abitato da "operai pendolari" che dalla stazione ferroviaria prendevano il treno, chiamato da tutti "il locale", per Firenze, dove passavano gran parte delle loro giornate. Successivamente, grazie al boom dell'industria orafa con capitale Arezzo e con una piccola ma importante realtà industriale nel territorio, in molti trovano lavoro vicino casa.
Grazie soprattutto alla nascita di numerose associazioni sociali e culturali di volontariato il paese è attualmente un centro vivace e pieno di iniziative di attrattiva locale e provinciale. Presenza costante e simbolo del piccolo centro è un parroco, Don Luigi, che dal dopo guerra guida questa comunità fino al 2014.