Quante volte ve lo devo ripetere? Io non sono Veronica Cybo! Ormai lo sanno anche i muri che gli spiriti non hanno un nome, che infestano vecchie magioni o castellotti abbandonati senza mai cacciar fuori i documenti. Siete voi umani piuttosto che volete, costi quel che costi, affibbiarci una reputazione, qualche birbanteria o stravaganza. Si dice che i fantasmi siano una maledizione ma pensate a un poveraccio come me, che si danna l’anima con apparizioni su apparizioni, travestimenti e parrucche, e nonostante tutto non vien mai riconosciuto!
E poi arrivò lei, con la sua storiaccia di corna e di morti ammazzati. E fu tutto un ragionar di Veronica, dei suoi tormenti, della testa che staccò a quella Caterina, del suo esilio e tutto il resto. Di me non importava un fico secco a nessuno. Ci voleva una trovata, una trovata coi fiocchi per pigliarmi la rivincita! Così, quando quel giorno arrivò da queste parti un certo Graziani, illustre storico e fine intenditor di costumi nostrani, decisi di fargli uno scherzetto. “Lui sì che mi riconoscerà!” pensai andando ad aspettarlo, tutto vestito all’ultima moda del secolo, nella stanza degli ospiti. Ma quando mi decido o non vado a impigliarmi nelle tende del soggiorno! Mi dimeno, mi contorco e mi dibatto e quando faccio per rialzarmi mi trovo lo storico a un tiro di schioppo. Lui però, che a quanto pare a cena non s’era fatto mancare qualche bicchier di vino, strabuzza gli occhi e gridando come un ossesso mi scappa di corsa per le scale. “Quella è solo una tenda!” provo a urlargli inseguendolo, ma sie… non vuol proprio sentir ragioni. Così da quella sera eccoti anche la storia di due donne che si rincorrono per le stanze della villa.