L’ampia pianura circostante e la confluenza di due fiumi, anticamente molto importanti, hanno fatto la storia e la fortuna di Dicomano, il paese diviso tra il Mugello e la Val di Sieve. L’origine è sicuramente antica con insediamenti risalenti alla preistoria, ma furono i romani a costruirci una colonia militare. E’ probabile che il nome derivi proprio dal “Decumanus”, il tracciato che definiva la colonia stessa. Nella storia saranno sempre le strade e le vie di collegamento a segnare il destino della città. Nell’Alto Medioevo Dicomano divenne uno dei centri di maggior prestigio commerciale e logistico.
Il poderoso perimetro quadrangolare di un edificio etrusco è probabilmente il reperto archeologico più significato tra quelli visibili nell’area archeologica di Frascole. Qui sono state rinvenute le fondamenta di un' antica chiesa romanica (San Martino dal Poggio) e materiali riferibili al VI sec. A.C. fino al I° sec. D.C. L’edificio etrusco era probabilmente una struttura difensiva a controllo della strada proveniente dal Casentino, una vera residenza fortificata. Ciò conferma la vocazione principale di questo territorio, luogo di transito fondamentale nei secoli.
A vederlo oggi sembra impossibile ma su questo torrente appenninico, il Comano, un giorno fu edificato un porto fluviale. Le carte parlano chiaro, dal 1300 al 1700 qui fu aperto un porto dove veniva concentrato il legname per costruzioni e per i cantieri navali di Pisa e Livorno. Di certo si sa, grazie agli studi di Ilaria Becattini sull’Opera di Santa Maria del Fiore, che nel 1431 il capomastro dell’Opera fu incaricato di provvedere alla sistemazione delle “vie della Selva” che dovevano condurre il legname fino alle vie fluviali e tra queste il porto di Dicomano. Oggi il corso d’acqua, chiamato a seconda dei tratti San Godenzo o Dicomano, è meta di appassionati canoisti.