Vino, spiritualità e agricoltura d'eccellenza in luoghi unici
I fianchi dell'Amiata, monte sacro agli Etruschi e patria del profeta David Lazzaretti, portano innumerevoli segni dei culti religiosi che qui si sono avvicendati nel corso dei secoli: da quelli pagani, frutto di antiche credenze e superstizioni; a quelli cristiani, segno e testimonianza del profondo legame e della confidenza che la gente di queste parti dimostra con l'assoluto. La Madonna di Val di Prata, "incoronata" nel XVIII secolo, con il suo Santuario e la cappella sorta a fianco della sorgente, è parte di un culto semplice e intenso che cerca risposte nella spiritualità di questi luoghi.
Seguono le regole di San Benedetto e hanno “popolato” un territorio che guarda alla valle del fiume Ombrone e alla Maremma. Sono i monaci di Siloe, giunti a Poggi del Sasso alla fine del 1900, capaci in un breve tempo di costruire una narrazione originale e attrattiva.
Prima del loro arrivo il monastero che si erge sul pianoro non esisteva, è una costruzione pensata per rivolgersi al nuovo millennio. Edoardo Milesi, è l'architetto che insieme ai monaci ne ha immaginato le forme che nel frattempo stanno prendendo corpo. Le linee severe e i materiali sono contemporanei, mentre l'ispirazione richiama il medioevo. Centro di preghiera e spiritualità, Siloe unisce l’accoglienza con architettura e cultura - condendo il tutto con una produzione di peperoncini di notevole qualità.
La Casa Museo di Monticello Amiata è un viaggio nel tempo attraverso un un vero e proprio percorso etnografico. Collocata all’interno dell'itinerario museale amiatino, la casa è un luogo sospeso alla fine dell’800. All'interno sono conservati gli arredi originali di uso domestico e gli attrezzi per il lavoro dei campi e nel bosco. Nella Casa Museo le cose raccontano una storia e si può avere un rapporto fisico con le origini di molte comunità di collina toscane. In una stanza è collocato un antico frantoio con la macina in pietra e tutti i meccanismi per il funzionamento.
Nei declivi e nei pianori che uniscono la pianura dell’Ombrone alle pendici del monte Amiata, l’eccellenza ha trovato clima e giuste colture. Viticoltori attenti e competenti producono uve straordinariamente profumate. La Docg Montecucco prende il nome da una località con una grande storia collocata nel cuore del territorio di Cinigiano. Di Montecucco si parla già nel 1100 quando i Monaci Camaldolesi si riferivano alle qualità del terreno e alla produzione del "Vino Bono" in luoghi davvero unici, presidiati dai Castelli di Colle Massari, Vicarello, Castiglion del Torto, Porrona e dalla Torre di Scudellano. Le terre di Cinigiano, collocate tra la Val d’Orcia e l’Amiata, hanno offerto al Sangiovese e ad altri vitigni un humus speciale che offre uve dai sapori intensi e vini prestigiosi.
Dal 1966 a Cinigiano viene poi organizzata la Festa dell'Uva con carri allegorici dei tre rioni: il Cassero, il Molino e la Pescina.