Capitolo #1

Il viaggio

Galleria
Pieve a Socana
Carda
Castel Focognano, Loggia
Torre di Ronda Castel Focognano

Il percorso in macchina procedeva bene, rientrava nei nostri piani.

Il Casentino affascinava con il suo verde intenso in un fine settembre carico di luce, di sole, in un’estate ancora viva nella pelle abbronzata e negli occhiali da sole appoggiati sui capelli.

Avevamo fatto rifornimento di benzina al distributore sulla strada per Rassina nel comune di Castel Focognano, in provincia di Arezzo, nella splendida Toscana. Cantavamo spensierati, ci aspettavano giorni di vacanza in occasione del matrimonio di Paolo.

Giovanni e Paolo si erano incontrati al mare due mesi fa, avevano diviso le gioie e i dolori del sole cocente di luglio, si erano consolati a vicenda sotto l’ombrellone per l’eritema alla pelle e le vesciche ai piedi per la sabbia rovente. Avevano deciso di ritrovarsi per il matrimonio di Paolo, casentinese in ottima forma anche con la pelle e i piedi arrostiti.

Poco dopo il distributore, il navigatore indicava di girare a sinistra.

Ci aspettava il ponte con un tabernacolo a metà strada.

Il fiume su cui passavamo era l’Arno, così indicavano le cartine geografiche di Giovanni,  esploratore di nuovi luoghi fin da bambino.

Attraversato il ponte il navigatore indicava di girare a sinistra, venti minuti all’arrivo.

Continuavamo a cantare, come se la voce, seguendo la corrente del fiume, annunciasse la nostra vicinanza a chi ci stava aspettando.

Ma Luigi, al volante, sospese il suo canto e, con un urlo, comunicò che il cambio della macchina era rimasto tra le sue mani, rigido e immobile come un pezzo di legno.

Silenzio, l’abitacolo da discoteca si era trasformato in una tomba.

Accostammo sulla destra.

Di fronte a noi un cartello indicava la località più vicina: Pieve a Socana.

Capitolo #2

La sosta

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ara
rassina, borgo
salutio

A piedi ci avviammo verso l’abitato, per organizzare il da farsi senza dover importunare chi ci stava aspettando a circa venti minuti di distanza.

Ci ritrovammo in una piazzetta davanti a una chiesa romanica da far rimanere senza fiato, il poco rimasto nel tragitto a piedi con gli zaini sulle spalle e le valige pesanti sulle braccia.

Avevamo sete, fame e l’insegna “Asterix” ci portò dentro un grazioso locale dove chiedemmo acqua fresca e qualcosa da mangiare.

Ci consigliarono pane e prosciutto, quello locale, lavorato secondo l’antica ricetta dell’Etrusco, anzi, aggiunsero di andare a trovarlo, dietro la chiesa.

Andammo.

Davanti ai nostri occhi un’ara etrusca mostrava la sua potenza, la sua storia, emozionava. Accanto c’era Arnth, Arno, forse l’etrusco inventore del prosciutto di cui ancora sentivamo il gusto. A noi sembrò di vederlo, faceva parte di un’indimenticabile sosta, unica come l’ara, come la voglia di tornare a Pieve a Socana.

 

Fotografia di: Foto Ferrini