Capitolo #1

I tesori nascosti

Poggiata su uno dei colli di un panorama che sembra uscire da un dipinto, capita che chi visiti Casole d’Elsa, abbagliato dalla dolcezza del verde scenario, dimentichi di avventurarsi alla scoperta dei tesori nascosti tra i pietrosi vicoli del borgo. Dalle tavole sacre alle scene contadine, qui si trovano dipinti unici al mondo. Storie di fede, di devozione e di lavoro nei campi, opera di artisti che hanno immortalato, con le loro opere, il passare del tempo tra i nostri dolci rilievi.

Capitolo #2

Un colorista d’eccezione: Alessandro Casolani

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Alessandro Casolani
Alessandro Casolani

Il primo che ci piace ricordare viene da un tempo lontano, lo chiamavano “Maestro Alessandro da Menzano”, ed era nato a metà del Cinquecento in un antico castello del contado di Casole. Era tra i maggiori artisti senesi del suo tempo, e proprio per questo i suoi concittadini gli commissionarono l’imponente Pietà da collocare sull’altare della Compagnia della Madonna di San Niccolò. Si narra che quando la tavola fu ultimata i confratelli la portarono a spalla da Siena a Casole, e quando giunsero a destinazione furono memorabili i festeggiamenti per l’opera appena arrivata. Oggi il dipinto si conserva nel transetto della chiesa collegiata.

Capitolo #3

Augusto Bastianini: interprete del paesaggio toscano

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Augusto Bastianini
Augusto Bastianini
Augusto Bastianini

Più vicina nel tempo è l’opera e la figura di Augusto Bastianini, che nato nel 1875 fu professore dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Le sue opere hanno tramandato i paesaggi di Casole, insieme agli usi e ai costumi delle comunità contadine. La campagna è lo scenario in cui Augusto narra i gesti rituali che i braccianti ripetevano di stagione in stagione, in un racconto che tendeva a valorizzare l’armonia tra la natura benevola e l’uomo, che la percepiva come “unica speranza” di vita, dura ma dignitosa. Le opere di Augusto, oggi esposte nel museo di Casole, documentano tutte le fasi della sua produzione artistica, nonché i filoni che gli furono particolarmente congeniali come la rappresentazione del mondo agreste, lo studio del nudo, le “impressioni” tratte dai suoi numerosi viaggi, per finire con una serie di ritratti, tecnica cui si dedicò ampiamente sin da giovanissimo, sperimentandola in diverse varianti.