C’è ancora una verità nascosta da scoprire tra le nuvole e le pietre del piccolo borgo montano
Fra le catene montuose delle Alpi Apuane e dell’Appennino Tosco Emiliano, nelle vicinanze del monte Volsci, sopra un monticello particolarmente caratteristico, è stato eretto il borgo di Careggine. È di forma ovale, posto sul cucuzzolo di un crinale, in posizione ottima e, per questo, si è potuto difendere da ogni lato da quelle scorrerie e guerriglie cui, un tempo, tutti i paesi erano soggetti. Oggi dal promontorio si può ammirare il più bel panorama della Garfagnana e sentirsi così trasportati sulle nuvole.
Tutto il paese è cinto da robuste mura di pietra, in varie parti fanno muraglia le case stesse, con due grandi portoni posti uno a levante e l’altro a ponente.
All’ingresso della Porta principale c’è la piazzetta della Chiesa. Una deliziosa bomboniera lastricata in pietre di duro macigno e sorvegliata dall’imponente campanile che conserva su un lato la famosa “Danza della Guerra”; bassorilievo simbolo di questa terra. Da lì si dipanano le vie del centro storico che richiamano alla scoperta di luoghi ricchi di suggestioni e richiami al passato.
Careggine è in una posizione bella e ridente, salubre, al riparo da nebbia e umidità. Il luogo offre splendide vedute. Gite facili e suggestive. Il silenzio dei monti è interrotto soltanto dal cinguettare di fringuelli, allodole e averle. Giunti sul luogo ci pervade il piacere di distenderci e riposare all’ombra affascinante dei castagni e delle betulle.
Vi si possono ammirare i dintorni di campi e prati alberati, ricchi di piante da frutto e fiori selvatici e multicolori, che danno risalto ai sovrastanti castagneti verdeggianti, ai quali seguono, fondendosi, boschi di faggi, conifere e betulle con un ricco sottobosco di svariati e apprezzati frutti.
In tempi andati, quando ancora si viveva di agricoltura e allevamento, non era insolito trovare le giovani del luogo a guardia delle greggi. Si sentivano, in più parti, i loro canti di storie e stornelli. Quei canti montanari riempivano la campagna di vitalità e aiutavano le donne a sopportare quel duro lavoro. Se si intraprende il cammino, si predispongono i sensi e si apre il cuore è facile sentire ancora oggi quei canti tra le nuvole e le pietre.