Un viaggio nel cuore della Toscana alla scoperta della Valdambra, tra maghi, granate e vini secolari
In Valdambra, nel cuore della Toscana, tra
Arezzo, Siena e Firenze, da secoli storia e magia si intrecciano. Il territorio
è da sempre vocato alle produzioni d’eccellenza, sapienti
agricoltori e artigiani sono infatti ancor oggi i custodi di antiche
tradizioni.
Non è un caso se tra i vini di maggior valore censiti dal catasto fiorentino del 1427 figuravano quelli delle zone di San Leolino, Cennina e
Galatrona, sia Trebbiani (bianchi), che Vermigli (rossi). Anche il Granduca di
Toscana Pietro Leopoldo scrive della Valdambra che "era una valle assai
bene coltivata".
Ancor oggi questa valle
offre al visitatore una sequenza di immagini e luoghi di straordinaria
suggestione, in cui come una volta si producono vini che racchiudono la magia di un paesaggio tipicamente
toscano, dove l'uomo da secoli si è integrato con profondo rispetto e legame con la propria terra.
Sulle colline coperte da una folta vegetazione di eriche, ginepri, lecci, corbezzoli e ginestre, si susseguono borghi, campi coltivati, vigneti e oliveti. E se passando da queste parti notate strane costruzioni che potrebbero sembrare case di maghi e streghe non preoccupatevi, sono le scope d'erica accatastate una sopra l'altra. Infatti qui si producono le scope più antiche d'Italia le cosiddette granate toscane: frutto di una tradizione e di un mestiere portati avanti dagli ultimi sapienti artigiani detti scopettari o scopaioli. Quelle della Valdambra sono scope da Oscar, tanto che Benigni ne richiese una fornitura per la scenografia del film La vita è bella.
Attenzione a salire sulla Torre di Galatrona - detta il Torrione e risalente al X secolo - potreste incontrare Nepo da
Galatrona, stregone e imbonitore ben conosciuto nella Firenze del
Quattrocento. Si guadagnava da vivere
vantando proprietà di guaritore e qualità sovrannaturali, sfruttando
superstizioni e credulità popolari. I suoi presunti poteri lo fecero cadere
nelle mire dell’Inquisizione fiorentina, da cui fu salvato da Lorenzo il
Magnifico.
In questo viaggio alla scoperta della Valdambra in cui ci siamo fatti guidare dalla magia, non poteva certo mancare quella dell’amore: in particolare l'amore provato da una donna, Quirina Mocenni Magiotti, per il poeta Ugo Foscolo. Un sentimento custodito e raccontato nelle lettere
…e pensa che nessuna Donna può amarti mai con tanta lealtà sincerità e fierezza quanto la tua Quirina
scritte dal 1802 al 1847 da San Leolino. In questo borgo della Valdambra, arroccato su una dolce collina, incorniciato dalle sagome di cipressi secolari e circondato da oliveti e vigneti, percorrendo la stretta via Ugo Foscolo, si arriva sulla corte della canonica, sulla quale si affaccia la casa di Quirina. “Donna Gentile” che il Foscolo chiama amica, amante, madre e sorella, in una lettera a lei indirizzata.
Bucine e la sua terra oggi come allora regala momenti ed emozioni uniche, che restano impressi nei ricordi come un felice "incanto".