Molti, molti anni or sono, al
tramonto di una triste giornata caliginosa d’inverno, un uomo povero e stanco
passava nelle vicinanze di Bagnone ed essendo ormai prossima la notte bussò
alla porta del Castello dei Conti Noceti per chiedere asilo e cibo. A valle il torrente furioso e
rigonfio di acque limacciose, raccolte dalla recente forte pioggia, univa il
suo cupo brontolio al mugghiar del vento. Notte triste e infida per il povero pellegrino, notte in cui anche la natura sembra trepidare
in attesa che il cielo si plachi affinché le cose e gli animali trovino la
quiete e il riposo. La porta del Castello si aprì e il Padrone di casa concesse al pellegrino di venire ospitato per la notte. Il mattino seguente il pellegrino
non c'era più, ma su un piccolo tavolo, nella fredda cameretta si trovò una piccola
Croce di legno…
"
Il segno venne subito interpretato
come divino e l’oggetto venne esposto per la curiosità dei più, poi
venerato e conservato nella Chiesetta del Castello. Nel tempo gli si
attribuirono speciali facoltà, avvenivano legate a inspiegabili fenomeni contro le leggi naturali spinsero a riconoscerlo come una diretta emanazione della volontà divina, per cui i Bagnonesi
l’adorarono. L’oggetto è quello
che ancor oggi si ammira quando, il 3 maggio, viene esposto sull’altare.