Capitolo #1

Una notte, una festa, un incontro.

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Il Prato di ArezzoFotografia di: ©Ufficio Turismo, Comune di Arezzo
La Fortezza di ArezzoFotografia di: ©Ufficio Turismo, Comune di Arezzo

"Siete bella come la luna stasera. Illuminate tutto il Prato d’Arezzo".
"Siete galante Signore, ma non cederò facilmente alle vostre lusinghe di cavaliere mascherato".
"Le mie non sono lusinghe, ma un corteggiamento necessario, se vorrò riavere indietro il mio cuore, che ormai è roba vostra".
"Come posso avere il cuore di uno sconosciuto? Siete forse un cantastorie? Togliete questa maschera e presentatevi da uomo".
"Danzate con me. Non vi servirà vedermi in volto per far di me il vostro cavaliere. Sono un viaggiatore fortunato che ha una torre tutta sua in quel di San Fabiano".
"Allora siete un principe o un brigante. Sono questi gli uomini delle colline dell’Acquedotto vasariano".
"Se così dev’essere, per voi, voglio essere un re. Ditemi il vostro nome e nell’incanto di questa notte vi farò regina".
"Le promesse fatte al chiaro di luna, dietro una maschera, son promesse da Pulcinella. Mostrarsi alla luce del sole, per quello ci vuole animo".
"Mia cara, avete dinanzi a voi l’uomo più coraggioso del mondo. Mettetemi alla prova".
"Domani mattina, al rintoccare della decima campana dell’orologio di Fraternita, mi troverete Piazza Grande. Avrò una rosa bianca. Cercatemi tra i banchi del mercato. Portate con voi un fazzoletto attorno al collo e vi riconoscerò".

Capitolo #2

L'ingegno porta guai

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Il Colle di San Fabiano, ArezzoFotografia di: ©Ufficio Turismo, Comune di Arezzo
Le gallerie dell'Acquedotto vasariano di ArezzoFotografia di: ©Ufficio Turismo, Comune di Arezzo

Ora sono nei guai fino al collo. Arrivare in Piazza Grande senza essere visto da nessuno è quasi impossibile. Mi restano solo i passaggi segreti. Ma di giorno è un azzardo. Posso risalire la collina nella pancia della Fortezza lungo tutto l’acquedotto fino in Piazza Grande. Poi sbucare da sotto terra, dal chiusino davanti al Palazzo di Fraternita. Un rischio così non l’ho mai corso per nessuno, figuriamoci per una donna.

Capitolo #3

Faccia d'angelo

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Arezzo e il suo brigante innamoratoFotografia di: ©Anna Martini
Piazza Grande, ArezzoFotografia di: ©Ufficio Turismo, Comune di Arezzo

"Eccola, è lei. Ha il fiore bianco tra i capelli. Guarda dritto verso di me. Sembra non avere dubbi, mi viene incontro. Sorride. Che faccia tosta".
"Siete più bella che mai incorniciata dal sole del mattino".
"E voi siete esattamente come vi immaginavo".

"Bello e affascinante?"
"No, semplicemente uno sciocco".
"Come? Eppure sono anche in orario. Sono il vostro principe, ricordate?"
"I principi non sono assassini, ma voi sì".
"Ma che dite? Abbassate la voce. Voi mi confondete con qualcun altro, non c’è dubbio".
"Io so bene quel che dico. Siete Gnicche, l’assassino di mio fratello e oggi finalmente pagherete per il vostro crimine. Non provate a scappare. I nascondigli non vi serviranno. Tutta Piazza Grande sa di voi. Mettetevi comodo e godetevi il vostro ultimo raggio di sole. Le guardie sono un po’ in ritardo, ma stanno arrivando. Guardate, scendono ora da Borgunto. Avevate ragione, siete arrivato in tempo al vostro appuntamento".

Capitolo #4

Il più scaltro tra i ladri

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Palazzo Pretorio, ArezzoFotografia di: ©Rodolfo Ademollo
Fotografia di: ©Ufficio Turismo, Comune di Arezzo

Sono Federigo Bobini detto Gnicche il Brigante. Su e giù tra i cunicoli di Arezzo, nessuno m’ha mai preso, fino a oggi. Due occhi neri mi hanno fregato e sono finito in gabbia a Palazzo Pretorio. Ma gli amici mi avevano avvisato: non ti fidare delle donne d’Arezzo. Paiono angeli ma son sirene. Ti innamorano, ti incantano, ma non ne scappi vivo.


Fotografia di: Rossella Capocasale